Tita Piaz - Mezzo secolo d'alpinismo

Presentazione

Nella bella Collana d'Oro "Le Alpi", Cappelli Editore, Bologna, in coincidenza con la scomparsa della grande guida fassana, uscirono nel dopoguerra due libri destinati a rimanere nel tempo: Mezzo secolo d'alpinismo e A tu per tu con le crode, entrambi autobiografici di Tita Piaz.
L'edizione fu assai fortunata tanto che, dopo alcune ristampe, nel 1966 Cappelli si risolse a pubblicarne un'edizione che racchiudeva (ridotti) i due volumi, cui fu dato titolo A tu per tu con le Alpi.
Da allora, e son passati altri vent'anni, molto è cambiato nell'alpinismo e nella sua pratica, mentre intatta è rimasta la figura di Tita Piaz.
Non è qui mio compito tratteggiare la figura dell'uomo. Non solo ci riesce bene lui stesso tramite i suoi due libri qui riuniti (integrali) in un unico titolo, ma mi sembra compito più doveroso di chi lo conobbe. A questo proposito si rimanda alle bellissime prefazioni di Lidia Minervini su Mezzo secolo d'alpinismo e di Antonio Berti su A tu per tu con le crode.
Inoltre è stato recentemente riedito il libro di Arturo Tanesini Il Diavolo delle Dolomiti (Nuovi Sentieri, 1985): autore che conobbe personalmente Piaz e che ne tratteggia la figura di uomo tramite i racconti delle sue grandi imprese ma soprattutto tramite gli aneddoti gustosi che ne fecero la leggenda.
Dopo simili precedenti ritengo più opportuno (e forse anche più facile), per un osservatore degli anni '80, dare alla presentazione un taglio che inserisca la figura di Piaz nella storia dell'alpinismo, a prescindere dalle grandi emozioni che egli suscitò nei suoi ammiratori con il suo operato e con la sua carica umana.

Le più importanti imprese

Il diciannovenne Tita Piaz, fassano, era alla ricerca di qualcosa che gli tributasse una volta per tutte la palma del migliore. Non gli era riuscito sulla est del Catinaccio nel 1899, quando tentò di salire in solitaria la grande via di Dimai: sotto al temutissimo camino, passaggio chiave della via, sentì venir meno l'ardire e si spostò a destra nella parete; si spostò così a lungo che finì con l'effettuare la prima traversata della parete stessa!
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Alessandro Gogna

[I libri del Pordoi ]

 
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